sabato 4 febbraio 2017

L'incubo delle cucine al cubo



Nelle scorse settimane mi sono infilato negli occhi le 4 stagioni di Cucine da incubo ita.
L’ SOS Tata della gastronomia, in pratica.
Lo chef A.Canavacciuolo viene chiamato dal ristoratore di turno in crisi per farsi “pimpare” la cucina.

(“pimpare” da Pimp My Ride, un altro programma tv dove gente con la macchina scassata se la fa aggiustare, imbellettare etc..)

La mia impressione è che spesso la gente vuole davvero solo un restyling del locale aggratiss e poi ciaone.
In realtà Antonino va là e li ribalta tutti quanti.
Cerco di spiegarmi.

Lo chef si presenta verso l’ora di pranzo nei pressi del locale sgarrupato con l’insegna sbiadita, ed inizia ad inveire sarcasticamente sui proprietari per la disorganizzazione.
Finalmente entra, fa la conoscenza dello staff, ed inizia ad ordinare vari piatti da assaggiare.
E qui iniziano gli insulti sulla roba scadente, congelata, gli impiattamenti.
Non lesina in parolacce, il ragazzo eh..
Ma a questo ci hanno già abituato. Lo abbiamo capito, gli chef sono gente incazzosa. Ook.

La sera lo chef si mette a guardare il servizio della cena.
A servizio concluso (di solito con clienti che vanno via e proprietari in lacrime) li asfalta.

Quindi lo staff viene portato a fare delle esterne per riniziare a credere nella forza del gruppo, robe così un po’ da boy-scout ma vabbè, dicheno che sta roba funziona, sicché vabbè..
(epico quando hanno portato i fasci ubriachi a giocare a softair)

Poi c’è un momento che pare senza tempo dove lo chef insegna due piatti al cuoco, di solito riempiendolo di consistenti pacche.

Il giorno dopo i tipi commossi vedono il locale tutto pimpato, il nuovo menu
(tutto deciso dallo chef, ma non sarà un po’ na prepotenza? ho capito i consigli però così me lo stai a fa tu il tema, voglio dire)
e s’abboffano.

La sera, durante il servizio, belli, carini, con le divise nuove, sono tutti mezzi mazinga, roba così e la clientela fa i complimenti e questi credono di nuovo nella vita e via dicendo.

Lo chef li mena un’ultima volta salutandoli ed “addios” pronunciato male.


Sarà circa una settimana che ho preso a cucinare a casa dei miei.
Successone, anche se non so mai quanto facciano finta per farmi piacere.
Ad ogni modo mia madre dice che non ricordava di aver mai visto nonna mangiare lo sgombro al carpione.

Mia nonna è impressionata dagli impiattamenti.

Però, io un po’ di paura nell’estetica ce l’ho.

Sia chiaro, ci casco anche io eh, però un po’ di sospetto per la bellezza, robe così, rimane.


Ok, sapete perché il vino è così lucido brillante bello che specchia i lampadari?
per i solfiti.
Lo zolfo, insomma, satana.

MCC?

(visto? scritto di nuovo MCC invece che WTF, poppopoppopoppò)
Ebbene si.
SATANA.

In realtà i piatti devono essere buoni, saporiti, devi salare poco ma tutti gli ingredienti.
Lo chef dice che le parole chiave devono essere morbidezza croccantezza e un po’ di acidità.
Poi se ti vuoi divertire puoi giocare su consistenze, cotture diverse, contrasti di calore, colori, odori sapori etc..
Prodotti freschi, chiaro.

L’altro giorno guarda un po’ m’è venuta voglia di giapponese.
Ma non giapponese di livello, macché.
Certa robaccia Allyoucaneat con 23 euro ti mangi civiltà ittiche, non famiglie, CIVILTA’.

Insomma compro glassa di aceto balsamico
(invece che salsa di soia, tu vuo fa il giapponese e poi all’ultimo c’hai il riscatto patriottico? ma vaffanculo va)
philadelphia (due “ph”? non ricordo, vabbè),
kiwi perché niet fragole,
salmone affettato affumicato quello sul cartoncino dorato, ci siamo capiti.

Impiatto paraculo, a casa lo hanno adorato.

Esce fuori che stamattina torna mia sorella coll’ homo suo (vivono a Roma, uso espressioni romanesche, che ne so).
Mia madre mi incalza per rifare “quell’antipastino sfizioso col salmone”.
Cioè nessuno qui dentro si è accorto che ho fatto un SIGNOR risotto allo zafferano con crema al peperone e basilico, nessuno??
Ma vabbè, tant’è.

Con la coda tra le gambe sono andato a fare la spesa e ho avuto la decenza di farmi dare il salmone fresco.
Lo cospargo di sesamo, lo cuocio in qualche modo, e chi s’è visto s’è visto.

Se mi vede Antonino mi da’ una pacca che mi spunta un polmone dalla bocca diobono.