lunedì 26 ottobre 2020

Avere Anni 20 con Ulula & La foresta, Blanco e Tish'

 




Finalmente torna avere anni 20 in modalità classica. Ho selezionato tre nuovi brani freschi di uscita pronti per entrare nel vortice del mercato radiofonico e pronti per entrare nella mia playlist “Canzoni emergenti italiane 2020” presente in questo canale per quanto riguarda youtube e nella stessa playlist, questa volta su Spotify, chiamata “Canzoni emergenti italiane dal 2020”. Prima della sigla voglio aggiungere che ho preso una decisione critica. Negli scorsi giorni, tra i singoli, è uscito fuori anche il nuovo brano de “Il Pesce Parla”, mio gruppo. Trovandomi nella istuazione di dover fare una selezione di canzoni, non voglio pensare di dover scegliere qual è il figlio a cui voglio più bene rispetto ad un altro, mi capite? perchè le canzoni so piezz ‘e core. Quindi nessun nuovo pezzo de Il Pesce parla verrà più inserito nelle mie playlist oin queste puntate. Mi sembra la decisione migliore. sigla. Qualcosa sta cambiando in me. Questa settimana, ad esempio, ho selezionato tre brani rischiosi, ovvero che non fanno parte del mio pane quotidiano, eppure che destano in me un interesse notevole. Perchè mi incuriosiscono, mi sembrano musica nuova. Un qualcosa su cui voglio scommettere. Ulula & La foresta - Sulle spalle dei giganti Il primo brano è una canzone senza tempo, perchè ha una struttura molto moderna ma al contempo dei suoni che rimandano ad un tempo antico, ma non reale, incantato, come certi capolavori videoludici di genere fantasy o certi film sottotitolati perchè parlati con un linguaggio inventato. Il pezzo è in italiano, ma sono talmente ipnotizzato dal mescolarsi dei suoni, compresi la voce e alcuni cori, che non capisco il testo, nonostante l’abbia ascoltato diverse volte. Ma sii professionista, fai l’analisi del testo Certe volte lo faccio, ma per questo brano è sufficiente così per selezionarlo, non c’è bisogno di capirlo. Ascoltatelo. BLANCO - Ladro Di Fiori Il secondo pezzo è ancora più rischioso, perchè quella di prima è musica che magari in Italia non si fa, ma in europa o nel mondo qualcosa di simile l’ho ascoltata, qui siamo invece di qualcosa troppo giovane per essere riconosciile, e dunque questo BLANCO un po’ è trap, un po’ è rap, un po’ è punk. Sedici anni ha questo ragazzo, il brano precedente mi aveva infilato qualche minuscolo insetto nell’orecchio, ma non era astato a convicermi. Sentendo ladro di fiori, invece, al di là che ho subito riconosciuto l’artista, segno che c’è della personalità, uno stile già definito, riconosciile, appunto, ma poi sono stato subito agganciato da intro strofa inciso, struttura classica eppure incredibilmente ispirata, a mio modo di vedere per elevare la voce di Blanco Anche in questo caso il testo non mi rimane impresso, ed io al testo ci tengo, ma non posso neanche non selezionare un brano in italiano che a me sa di roba nuoba, che in italia non si è ancora vista. Buona fortuna a Blanco, le carte per sfondare ci sono. Il tempo svelerà se ci sono pure testa e nervi. Dopo due maschi finalmente una femmina. Tish’ - Rido Male Il cantato è in gran parte indolente, anche nell’intonazione che talvolta però si apre a svelare dei colori invece molto melodici e quasi classici. Tutto questo in contrasto con un arrangiamento jazz leggero che mi ricorda quasi - la dico grossa - il trio lescano, chiaramente in chiave moderna. Con delle sostanziali differenze Lì la struttura era incalzante mentre qui è molto più morbida. Lì la voce era trina e preponderante, qui è singola ed anche un po’ scazzata, ma allo stesso modo restituisce quella certa atmosfera da club, e poi funziona benissimo, ti porta con sè lungo tutto il pezzo cullandosi sulle onde della melodia fino alla riva, cioè la fine della canzone, prendendosi il suo tempo. chiudo.

martedì 20 ottobre 2020

Avere locali dove suonare dal vivo in Italia

 




In questo video darò consigli su come trovare quei locali che facciano suonare dal vivo.

parlo di artisti con brani originali, non di coverbands o similari.

Per quelle è più facile e non è il mio settore.


Dunque siete una band, avete un’oretta di repertorio, e volete suonare.

Una cosa da considerare immediatamente sono tutti quei locali che per qualsivoglia motivo non consentono il setting elettrico.


Sento di molte band che escludono dalla propria lista questi locali.

Errore. se siete una rock band, e magari fate brani in italiano, proponetevi col doppio setting, ovvero elettrico ed acustico, non sia mai che scopriate, come è accaduto al mio gruppo, che alcuni pezzi vengono anche meglio…

e vi permetterà di raddoppiare i locali dove proporvi.

In più il setting acustico è più economico, che è un vantaggio sia per voi, sia per chi vi scrittura.


Parto dal presupposto che i locali della vostra città li abbiate fatti tutti, non ha senso sognare di sfondare a tokyo se non hai suonato alla sagra di poggiumbricchio, a meno che non fai -che so- metal sperimentale, per cui in Italia non ci sono piazze e conviene spostarsi.



Ma prendendo come esempio la maggior parte dei gruppi emergenti, rimaniamo per ora in Italia.

Innanzitutto bisogna farsi una bella mappa di locali regione per regione.


per compilare questa mappa basta andare sulla sezione concerti di ticketone, ad esempio, e vedere dove suonano quei gruppi che un po’ possono essere simili a voi, in quanto a proposta e a seguito.

e’ chiaro che se avete 3 singoli è difficile che riuscirete a suonare dove la sera prima ha suonato Vasco.


Dovete chiaramente cercare pub, jazz club (se fate jazz), circoli arci così da scremare il listone dei concerti filtrando appunto per locali dove plausibilmente il vostro gruppo possa esibirsi.


Oltre a ticketONE c’è la sezione Concerti di rockol.it sempre aggiornata e piena di band più o meno emergenti che quindi suonano in posti dove potreste suonare anche voi.


e a proposito di emergenti vi segnalo il sito www.emergenza.net che raccoglie decine e decine di locali in tutta italia dove poter suonare.


Un’altra cosa che mi sento di consigliarvi.

Avete appena scoperto questo grazioso localino e state pensando di proporvi.

Non siate avventati, studiate la situazione, andate a vedere se hanno un calendario degli eventi e, soprattutto, spendeteci qualche serata da semplici utenti consumatori.


Frequentare un locale che propone musica dal vivo spesso si rivela fonte inesauribile di contatti, come altri musicisti o anche fonici, produttori e naturalmente potenziali ascoltatori.


L’ultima dritta che vi do è un’app, si chiama ILivemusic, mette in comunicazione esercenti ed artisti.

In particolare state attenti alla sezione “Cerca Ingaggio”, sempre aggiornata e dove potete trovare locali ma anche festival che non avevate neanche considerato.

e i festival sono un ottimo modo per suonare dal vivo.

Certo, un conto è pagare per partecipare ad un festival, un conto è farsi pagare per suonare.


Ma questo è un discorso che rientra nell’investire su se stessi.

Magari non mangio l’uovo oggi ma domani ho una gallina, che potenzialmente può fare altre uova, può fare anche un buon brodo.

E male che va le tiri il collo (mi scusino gli animalisti) e ti sei saziato.

Sennò che ci fai con un uovo? Ti apre lo stomaco e basta.

sabato 10 ottobre 2020

Prodotto Piazzamento con Luna Melis per Ringo e 64 bars per Redbull

 



Con la restrizione per i live imposta dal Covid ci si deve inventare qualcosa per fatturare


sigla


E’ da quando esiste la pubblicità, dunque quasi da quando esiste l’uomo, che si utilizza nel marketing la figura del testimonial, ovvero personaggio carismatico o di spicco o artista che si presta, a fronte di un compenso, a testimoniare la qualità del determinato prodotto.


Nell’audiovideo, il ruolo che ha la musica nella riuscita di una pubblicità è fondamentale.


Il compito (ampiamente riuscito) delle musichette, dei jingles è di rimanerti  appiccicate al cervello, ecco perchè piacciono tanto ai pubblicitari senza scrupoli col sangue in bocca, e ai bambini


Chiunque conosce il concetto di Jingle e la sua potenza:


le mucche fanno mu…


https://www.youtube.com/watch?v=axfgqn1tU50


E dunque ecco che se uniamo il concetto di testimonial al concetto di musica ecco che otteniamo il testimonial musicale…


Ieri c’erano Elio e le storie tese a pubblicizzar cantando l’amaro al carciofo, oggi c’è Luna Melis coi Ringo.


Target di teenagers o anche più basso, la freschezza di Luna e motivetto innocuo e accattivante.


Ora, è chiaro che ci sono dei jingles più riusciti e dei jingles meno riusciti, ma difficilmente si ricorda in italia di un jingle divenuto poi brano per il mercato discografico.


Infatti il motivetto di Luna è nel sito di Ringo, si muove su una strategia social tramite instagramm e forse anche tik tok, ma non è che Luna lo propone come suo prossimo singolo…


Ci siamo fin qui?


Bene, mi serviva fare la premessa poichè adesso vi andrò finalmente a spiegare il perchè del titolo di questo video.


Prodotto piazzamento (o piazzamento del prodotto che è più corretto) è la traduzione per l’espressione inglese “product placement”.

Ovvero un marchio (o brand) utilizza un artista per veicolare un messaggio pubblicitario, ma questa volta brand e artista fanno un discorso leggermente diverso, ovvero entrambi partecipano alla produzione a livello economico e l’opera che scaturisce da questa collaborazione è effettivamente un’opera dell’artista, e non una semplice prestazione dell’artista per una pubblicità.


Col cinema è una pratica che si fa dagli anni 80, e negli ultimi decenni si fa anche in Italia.

E’ chiaro che alcuni esperimenti sono riuscitissimi, come in Cast Away di Zemekis in cui la presenza del marchio Fedex è perfettamente integrata nella trama del film così come Wilson, il 

pallone coprotagonista, che si chiama proprio come il marchio che crea quei palloni.


https://www.youtube.com/watch?v=dNLvRN2GUbg


Geniale, e collaborazione riuscita a tal punto che Wilson ha prodotto una serie di palloni con l’impronta della mano insanguinata di Tom Hanks…


Ma torniamo a noi, alla musica, e in Italia, perchè la Redbull ha avviato una campagna molto corposa di canzoni di rapper e produttori per creare ciò che effettivamente diventeranno nuovi singoli di quei determinati artisti.


E sto parlando di Anna, Lazza, Gue Pequeno, Marracash, Madame, Dani Faiv, Ghemon, Frah Quintale e altri…


In realtà nascerebbe tutto come concorso per rapper emergenti, ma in pratica sta facendo impazzire diversi recensori in giro che lo confondono appunto per un nuovo singolo di quel determinato artista.


E quindi sembra che decine di rappers abbiano casualmente fatto uscire il nuovo singolo con lo stesso titolo degli altri, ovvero “64 bars", nome appunto della campagna, che consiste nel creare 64 barre (gergo da rapper corrispondente a questioni metriche e tecniche che non sto qui a spiegare ora) dove ogni artista deve infilare almeno una volta la parola “Redbull”


Al di là della confusione che la novità naturalmente comporta, vi porto a riflettere su una questione:

a memoria è la prima volta in Italia che un marchio fa un investimento così importante su una scena musicale specifica, di fatto imponendo e infilando il proprio brand nella parte artistica più delicata e personale, quella creativa.


Se dovesse essere di esempio, nei prossimi anni potremmo avere più di un artista che si svenda pur di fare ancora più cash, ma probabilmente sbaglio.

Ai giovani d’oggi non importa così tanto del cash…


Voglio finire questa riflessione ripassando ancora dal cinema.


Hanno chiesto a David Lynch, uno dei più grandi resgisti viventi, cosa ne pensasse del product placement e che impatto possa avere sul medium di riferimento.


Mettetevi comodi perchè il video che sto per farvi vedere presenta un analisi molto articolata ed aqccurata del pensiero che un grande regista moderno ha sulla questione e sulla quale, dunque, vale la pena spendere qualche pensiero.


https://www.youtube.com/watch?v=EIiYky0zsBA


chiudo.


Anche questo venerdì due soli pezzi da inserire nella playlist Canzoni emergenti italiane 2020.

Pensavo potesse essere un problema invece ho visto che l’ultima puntata  non è andata così male, nonostante il minutaggio ridotto.

Replico.


Sigla

sabato 3 ottobre 2020

Avere Anni 20 con Deiv e Gregorio Mucci

 




Anche questo venerdì due soli pezzi da inserire nella playlist Canzoni emergenti italiane 2020.

Pensavo potesse essere un problema invece ho visto che l’ultima puntata  non è andata così male, nonostante il minutaggio ridotto.

Replico.


Sigla


Deiv - DM (prod. Salmo)


Un brano che parla prima di tutto di dipendenze, comprese quelle sentimentali, di cui spesso si mettono in mostro i lati più teneri, più romantici, invece qui si parla di cosa voglia dire dipendere da un’altra persona, delle cose rischiose, pericolose anche, che le relazioni tra esseri umani mettono in campo senza che il mondo fuori se ne accorga, talvolta.


Il brano è scritto bene, è semplice, ha poche parole ma che arrivano dritte al punto, tra le menzioni interessanti


“quando ti leggo nei dm” che io al primo ascolto avevo capito “quando ti lecco le dita” e non riuscivo ad interpretare…


Per inciso “dm” sta per direct message, cioè messaggio diretto, è slang instagrammesco. 


La produzione di Salmo è ineccepibile ed ecco, se proprio voglio trovare un difetto a questo brano è che è troppo preciso.


Forse sono io che sono un vecchio fricchettone, ma sogno sempre di trovare dietro l’opera un’idea venuta a un chitarrista ubriaco dopo che è stato picchiato fuori da un locale anzichè da una sorta di ingegnere musicale che sa perfettamente cosa va adesso, cosa ci sta bene qui, senti che bel suono questo qui…


Però appunto, forse sono io…


Gregorio Mucci - Il Jaguaro


E’ incredibile che dopo Margherita Vicario e Ensi anche il misconosciuto Gregorio Mucci abbia fatto doppietta nella playlist prima con “Meglio Morire” ed adesso con questo “Il Jaguaro”


Ma ragazzi io sono rapito da questo autore, cosa devo dirvi, sempre con queste tinte cupe in mezzo a brani che sembrano inneggiare al cazzeggio invece poi sterzano su temi sensibili, e viceversa.


In questo  c’è il racconto di un essere spregevole con la macchina schifosa, con le macchie in faccia, con le intenzioni balorde, che però viene chiamato Jaguaro, che di solito è un animale accostato alla grazia, all’eleganza.


Poi, a parte questo, la nonchalance con cui il cantante funkeggia su queste parole talvolta improponibili (e a me piacciono proprio per questo) ma presentate in maniera molto ben orchestrata, con coretti e tutto.


Come Elio e le storie tese, che si rifacevano poi a Frank Zappa, anche Mucci fa eleganti arrangiamenti per testi che sembrerebbero sì demenziali, ma che nascondono, come già detto, un angolo scuro, con sottotesti legati alla violenza, in questo caso soprattutto sessuale.


Da tenere d’occhio questo Gregorio Mucci.

Però, anche qui, dopo che mi presenti un brano così, non è che poi vengo al concerto e invece delle coriste ci sono le basi, perchè mi sgonfierebbe il ringalluzzimento.


Chiudo