sabato 10 ottobre 2020

Prodotto Piazzamento con Luna Melis per Ringo e 64 bars per Redbull

 



Con la restrizione per i live imposta dal Covid ci si deve inventare qualcosa per fatturare


sigla


E’ da quando esiste la pubblicità, dunque quasi da quando esiste l’uomo, che si utilizza nel marketing la figura del testimonial, ovvero personaggio carismatico o di spicco o artista che si presta, a fronte di un compenso, a testimoniare la qualità del determinato prodotto.


Nell’audiovideo, il ruolo che ha la musica nella riuscita di una pubblicità è fondamentale.


Il compito (ampiamente riuscito) delle musichette, dei jingles è di rimanerti  appiccicate al cervello, ecco perchè piacciono tanto ai pubblicitari senza scrupoli col sangue in bocca, e ai bambini


Chiunque conosce il concetto di Jingle e la sua potenza:


le mucche fanno mu…


https://www.youtube.com/watch?v=axfgqn1tU50


E dunque ecco che se uniamo il concetto di testimonial al concetto di musica ecco che otteniamo il testimonial musicale…


Ieri c’erano Elio e le storie tese a pubblicizzar cantando l’amaro al carciofo, oggi c’è Luna Melis coi Ringo.


Target di teenagers o anche più basso, la freschezza di Luna e motivetto innocuo e accattivante.


Ora, è chiaro che ci sono dei jingles più riusciti e dei jingles meno riusciti, ma difficilmente si ricorda in italia di un jingle divenuto poi brano per il mercato discografico.


Infatti il motivetto di Luna è nel sito di Ringo, si muove su una strategia social tramite instagramm e forse anche tik tok, ma non è che Luna lo propone come suo prossimo singolo…


Ci siamo fin qui?


Bene, mi serviva fare la premessa poichè adesso vi andrò finalmente a spiegare il perchè del titolo di questo video.


Prodotto piazzamento (o piazzamento del prodotto che è più corretto) è la traduzione per l’espressione inglese “product placement”.

Ovvero un marchio (o brand) utilizza un artista per veicolare un messaggio pubblicitario, ma questa volta brand e artista fanno un discorso leggermente diverso, ovvero entrambi partecipano alla produzione a livello economico e l’opera che scaturisce da questa collaborazione è effettivamente un’opera dell’artista, e non una semplice prestazione dell’artista per una pubblicità.


Col cinema è una pratica che si fa dagli anni 80, e negli ultimi decenni si fa anche in Italia.

E’ chiaro che alcuni esperimenti sono riuscitissimi, come in Cast Away di Zemekis in cui la presenza del marchio Fedex è perfettamente integrata nella trama del film così come Wilson, il 

pallone coprotagonista, che si chiama proprio come il marchio che crea quei palloni.


https://www.youtube.com/watch?v=dNLvRN2GUbg


Geniale, e collaborazione riuscita a tal punto che Wilson ha prodotto una serie di palloni con l’impronta della mano insanguinata di Tom Hanks…


Ma torniamo a noi, alla musica, e in Italia, perchè la Redbull ha avviato una campagna molto corposa di canzoni di rapper e produttori per creare ciò che effettivamente diventeranno nuovi singoli di quei determinati artisti.


E sto parlando di Anna, Lazza, Gue Pequeno, Marracash, Madame, Dani Faiv, Ghemon, Frah Quintale e altri…


In realtà nascerebbe tutto come concorso per rapper emergenti, ma in pratica sta facendo impazzire diversi recensori in giro che lo confondono appunto per un nuovo singolo di quel determinato artista.


E quindi sembra che decine di rappers abbiano casualmente fatto uscire il nuovo singolo con lo stesso titolo degli altri, ovvero “64 bars", nome appunto della campagna, che consiste nel creare 64 barre (gergo da rapper corrispondente a questioni metriche e tecniche che non sto qui a spiegare ora) dove ogni artista deve infilare almeno una volta la parola “Redbull”


Al di là della confusione che la novità naturalmente comporta, vi porto a riflettere su una questione:

a memoria è la prima volta in Italia che un marchio fa un investimento così importante su una scena musicale specifica, di fatto imponendo e infilando il proprio brand nella parte artistica più delicata e personale, quella creativa.


Se dovesse essere di esempio, nei prossimi anni potremmo avere più di un artista che si svenda pur di fare ancora più cash, ma probabilmente sbaglio.

Ai giovani d’oggi non importa così tanto del cash…


Voglio finire questa riflessione ripassando ancora dal cinema.


Hanno chiesto a David Lynch, uno dei più grandi resgisti viventi, cosa ne pensasse del product placement e che impatto possa avere sul medium di riferimento.


Mettetevi comodi perchè il video che sto per farvi vedere presenta un analisi molto articolata ed aqccurata del pensiero che un grande regista moderno ha sulla questione e sulla quale, dunque, vale la pena spendere qualche pensiero.


https://www.youtube.com/watch?v=EIiYky0zsBA


chiudo.


Anche questo venerdì due soli pezzi da inserire nella playlist Canzoni emergenti italiane 2020.

Pensavo potesse essere un problema invece ho visto che l’ultima puntata  non è andata così male, nonostante il minutaggio ridotto.

Replico.


Sigla

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