lunedì 26 dicembre 2022

Mo se ne va Santo Stefano, mo se ne va

(Di Teostrato) 

 Dice: Stanno aperti i negozi?
 Un po' un classico. 
 E che a Natale stanno chiusi perché che é natale, e alla vigilia che stanno chiusi perché che é la vigilia e vabbé.

 E oggi? Santo Stefano?
 Mia nonna diceva: Santo Stefano é piú importante del natale.
 Cioé chiusi. 

Mo io dovrei andare alla decathlon.
Perché so sei mesi che mi so messo a sollevare dei manubri (i pesi) come un Muccino Jr qualsiasi. 
Peró a forza di dai e dai ci faccio l'abitudine e quindi hai voglia a fare le ripetizioni (che non so tipo quando non ti piace a studia e ti mandano da na vecchia, ma so i numeri dei sollevamenti che fai). 

Insomma mi devo comprare quelli piú pesanti. 
Niente, pare che sta chiuso. 

Mo voglio proprio vedere che c'ha di speciale sto Santo Stefano.

Allora, diciamo subito che la versione ufficiale dello stato italiano é: oooh senti, ci serviva una scusa per allunga il Natale. 

 Tant’è che prima del ‘46 non era manco festa, tornavi a lavora e zitto. Questo vuol dire che quando c’era coso, Mussolini, niente festa, non iniziamo. 

 Però poi si, ma che ci frega, la guerra è finita, tocca festeggia e allora festeggiamo. 

 Santo Stefano sarebbe stato il primo protomartire e il primo protodiacono della chiesa cattolica. (Bah, a me mi risulta coso, Giovanni Battista, però vabbè mo non la voglio fa tanto complicata mo mi sto zitto).

 Cioè questo è stato uno dei primi preti, ovvero la parola del signore eccetera, e poi uno dei primi martiri perché…

Dunque contesto storico: siamo nel 36 dopo Cristo, cioè Cristo ce lo siamo giocati da poco. 
Questo che allora era solo Stefano continua a espande il Verbo, e nessuno gli dice niente. 

Nel frattempo Ponzio Pilato ha appena appeso il lavabo al chiodo perché al popolo pare che non gli va bene niente, e fa così e non va bene, e fa in un altro modo e niente da fare, allora sai che c’è? 

E allora a comandare a Gerusalemme inizia il sinedrio, na mezza setta di preti. Na settantina di preti (c’era pure qualche magistrato laico, diciamolo) che inizia a fa rispetta la legge seguendo la Torah. 

Primo cambiamento: niente più crocifissioni alla Ponzio Pilato, qui mo cambia tutto eh. La gente manco aveva finito di applaudi che quello aggiunge: mo si decapita oppure si va di lapidazione. 
Che vuol di? Che il poraccio lo seppelliamo peró gli lasciamo fuori la capoccia e vuoi potete fa a gara a tiragli le pietre. 

 Oooooh. 

Insomma ecco che Santo Stefano viene condannato per blasfemia (che poi dico, se Gesù alla fine è morto perché si è dichiarato figlio di Dio e per questo l’hanno (letteralmente) messo in croce, ma tu ti vuoi sta zitto? O comunque professa il Verbo, vabbè , ma di nascosto no?) e viene preso a pretate finché non ci rimane. 

Uno dei più infoiati è tal Paolo da Tarso, niente popó di meno che quello che poi diventerà San Paolo dopo essersi convertito sulla via di Damasco (vabbè fammi sta zitto, però così so capace pure io: hai ammazzato un cristiano (letteralmente); eeeh ma poi stavo andando a Damasco ho capito i miei sbagli; e vabbè vabbè lasciamo perdere) 

Santo Stefano verrà rivalutato secoli dopo, tipo nel 435 na cosa così, soprattutto da coso, da Sant’Agostino che inizia a dí che dove é morto Santo Stefano mo scattano i miracoli a due a due. 

Io se nonna fosse ancora viva non avrei bisogno dei manubri: solleverei lei e ci faremmo tante risate. 

Na volta però l ho fatto per giocare a wrestling e pare che le ho tipo mezzo incrinato na costola. Lei comunque è morta tanti anni dopo quindi io non c’entro niente. 

Eeeh ma non si fa cmq a prescindere co na persona anziana. Eeeh ho capito mo a distanza di anni non lapidatemi per questo proprio oggi che è Santo Stefano.

lunedì 21 marzo 2022

Avere Anni 20 con Amalfitano, Ibisco e Luca Rustici ft. Foja

Mi sono lanciato su Twiz, faccio una trasmissione che si chiama Non è Mtv. Non molto originale, un po’ da nostalgici, anche. D’altro canto fa sì che io sia spronato ad ascoltare tantissimi brani, e questo non può che essere un bene. Cambia qualcosa anche nelle playlist. Terrò quella su Youtube dal titolo “Canzoni Emergenti Italiane dal 2020”, ma non verrà invece più aggiornata l’altra, omonima, su Spotify. Questo perchè ho fatto un profilo premium che mi serve per una serie di cose che in questo modo mi rimangono più comode. Veniamo a noi: Il primo artista di questa puntata è Amalfitano. Amalfitano - Ogni mia sbronza Ex fondatore di Joe Victor, inizia la carriera da solista nel 2020 e questo è il quinto singolo sfornato. E’ vecchio dentro Amalfitano, ma in senso buono, è come quando in radio ascolti per la prima volta qualche cantautore dimenticato dal circuito popolare, che so, Bruno Lauzi, e sei contento di sapere che hai da scoprire la produzione di un autore che il mondo ha già scoperto e tu ancora no. Ecco sa di vecchio classico. Eppure vive nel presente. Joe Victor era un progetto in inglese, questo è in italiano, e al di là delle personali considerazioni in merito, mi sembra che tocchi meglio le corde emozionali. Passare una notte in giro da solo sbronzo e patetico è un’esperienza che Amalfitano ha provato, e questo brano lo restituisce. Empatizzare in questo caso è empirico. Ibisco - Chimiche Chimiche è singolo estratto dall’ultimo album di Ibisco, “Nowhere Emilia”, bello cupo, tosto. Che bello sentire che esce fuori il genere, ma è in italiano. Sono un disco rotto, lo so. So passioni… Videoclip finto-vecchio con effetti del dopoguerra. Molto divertente. E’ infatti un videoclip che ho passato spesso e volentieri nella mia rubrchina Non è Mtv. Certo ci si sente dentro tanta dark wave, un po’ di Bauhaus, non è la cosa più moderna possibile. Ma non è detto che questo sia un male. I generi, anche quando smettono di essere “di moda”, hanno comunque un’evoluzione che va a comporre il mosaico inerente alla storia del genere. E in questo senso alcuni progetti, càpita che non diventino mai popolari o che non arricchiscano i creatori degli stessi, ma magari li destinano all’immortalità. Mi vengono in mente i Negazione, ma potrei anche scomodare gli Skiantos. Luca Rustici ft. Foja - Mane e’ rose Non conoscevo Luca Rustici, mea culpa, ma conoscevo i Foja, solitamente garanzia di musica pregevole. Indagando sull’artista ho scoperto una gavetta di quasi quaranta anni, e si sentono benissimo. Il circuito musicale napoletano, fortunatamente, non ha mai smesso di essere fervente. Veniamo al brano, certamente si sente qualcosa che rischia di risultare un po’ polveroso, come l’assolo (seppur grazioso) di chitarra sul finale. Ma qui non si gioca a chi tira fuori l’ultima ricerca di mercato, ma a fare musica che emozioni. E le parole di Mane e’ rose sono oneste e musicali, la canzone rimane piacevolmente in testa e anche l’apporto dei Foja è al servizio dell’artista senza snaturarlo con operazioni di (dico parola oriiiiibbile) “svecchiamento”.

mercoledì 16 marzo 2022

Avere Enrico Silvestrin contro Eddie Vedder

https://www.youtube.com/watch?v=pzc5y8AYW-0 Non vi parlerò della polemica pre sanremese riguardo Drusilla Foer, nè della diatriba tra dikele e fedez, ma del lavoro e della cultura che sta producendo Enrico Silvestrin sull’internèt. Sigla Innanzitutto un breve excursus. Enrico Silvestrin è un artista poliedrico che ha fatto il musicista, il conduttore e l’attore, principalmente. A 22 anni si trasferisce a londra e diventa il primo VJ italiano per l’emittente inglese di Mtv. Torna in Italia e prosegue questo percorso diventando il capostipite della ciurma di MTV Italia degli anni d’oro. Collabora a qualche Sanremo, fa il festivalbar, ma decide ad un certo punto di dedicarsi totalmente alla carriera di attore, molla MTV e partecipa a diversi film. Partecipa anche ad una sit-com a là friends che viene cancellata piuttosto in fretta. Salto temporale. Silvestrin nel 2018 partecipa al GFvip dichiarando di farlo per soldi. Poi si perdono le tracce, me lo ritrovo su Twitch che è tornato a parlare di musica. Nell’ultima settimana ha ricevuto una sonora shitstorm per aver criticato duramente l’ultimo singolo di Eddie Vedder “Brother the cloud”. Quindi ripartiamo da qui, vedo questo spezzone su youtube caricato dallo stesso SIlvestrin dove questo asfalta non solo l’ultimo singolo, ma tutta l’ultima produzione del cantante dei Pearl Jam dandogli praticamente del rincoglionito. Guardo questa recensione e mi dico: Silvestrin ha sbroccato, come fai a gettare fango sul lavoro di un'artista così longevo, che fa sold out sempre ovunque va? Poi ascolto il brano….e ha ragione SIlvestrin, che fa un’analisi spietata ma puntuale di tutte le mosse controispirate presenti nel brano, passaggi ruffiani e quanto altro. Dunque riceve la shitstorm da parte dei fans dei Pearl Jam, e risponde. Ed è puntuale anche qui. Nell’ultima settimana ha preso a caricare questi spezzoni su Youtube in maniera regolare, e gli argomenti sono trattati in modo deciso e documentato, andate a vedere il video “Ecco perchè non frega più a nessuno della musica”: è di una lucidità e di una sensibilità disarmanti, nella disamina che propone parla di fruizione musicale partendo dalla rivoluzione di Napster del ‘98 e scandagliando tutta l’evoluzione dell’ascolto fino a Spotify. Inoltre spulciando nel canale si trovano puntatone di ore e ore dove compila tier list per artisti, per generi, realizza interviste (tutto da indipendente), c’è un trittico di 8 ore sulla storia del rap, 2 ore e mezza di monografia su Ozzy Ozbourne. Insomma un impegno ed una qualità commoventi rispetto all’informazione ed alla divulgazione musicali che si vedono sui maggiori media italiani, oggi. E allora la domanda è: Perchè SIlvestrin non è sotto contratto con un grosso network a fare quello che gli riesce meglio di chiunque qui in Italia? Non lo capisco, col CV che ha, non me ne faccio una ragione. O è antipatico a bestia, o è un puro (che poi spesso vuol dire antipatico che non si percepisce tale), o forse ha picchiato qualche dirigente o qualcosa del genere, s’è fatto una cattiva nomea. Fatto sta che finchè qualche capoccione sgamato con una mentalità un po’ più lungimirante di questi che ci sono non gli danno lo spazio che merita, godiamocelo nel web con tutto lo spazio che Enrico si prende (giustamente) da solo. Chiudo.