lunedì 27 luglio 2020
Avere anni 20 con Beba & Samurai Jay, D\istinto e Ellynora
lunedì 20 luglio 2020
Avere anni 20 con Kalàscima feat. Sud Sound System, Alessia Tondo e Nabil Bey; e con Fuera
Per questa puntata ero tranquillo, perchè avevo accumulato quasi due settimane di ascolti di inediti, il che vuol dire un centinaio di pezzi.
Vuoi non trovare tre pezzi da selezionare per la playlist canzoni emergenti italiane 2020 su 100 che hai da ascoltarne?
no, ne ho trovati due.
vi spiegherò cosa è successo.
sigla
Kalàscima feat. Sud Sound System, Alessia Tondo e Nabil Bey - Mediterraneo express
Mi mancavano i Sud Sound System, il ricordo mi va fino alla canzone per il terremoto in abruzzo.
Qui c’è tutto un arrangiamento arabeggiante mischiato al dialetto salentino e a me le contaminazioni piacciono.
E poi almeno non è in spagnolo, quanti danni ha fatto la colonna sonora del ciclone? avrò ascoltato 50 brani in spagnolo, atti ad inseguire il tormentone estivo.
uff..!
Levante? Mamhood? Margherita Vicario?
C’erano i nuovi singoli di tutti questi artisti più o meno blasonati, ma non sono riuscito a sceglierne uno, perché quello che ho pensato è che non fosse abbastanza.
Mi spiego.
Questi artisti hanno delle produzioni davvero impeccabili, internazionali, ma manca in questi pezzi l’effetto wow, e allora io sono costretto a fare una distinzione e premiare chi non è ancora arrivato al top ma che mi fa ottenere meraviglia.
Prendiamo il singolo di Levante, Sirene. Il brano è ben arrangiato, lei canta bene, il ritmo c’è, ma dov’è che drizzo le orecchie? mai…Apprezzo il fatto che percorri strade per lei inedite, un po’ il periodo frozen di madonna, ma per una stella mi aspetto una prestazione da fuoriclasse, e qui per me non c’è.
Margherita Vicario è un astro nascente, ed a dire il vero questo Pina Colada featuring Izi non è neanche male, mi piace che la ragazza sviluppa sempre una storia e non si ferma a ripetere le strofe o a lanciare simboli fumosi solo per avere una rima o perché “qui signò ce va n’altra strofa, che famo? ripetemo quella di prima?” come fanno molti.
Ma tu sei la mia personale scommessa Margherita, sei l’unica ad essere presente in questa playlist con due brani.
Quindi voglio di più, devi darmi di più.
Per quanto riguarda invece la quota follia ho trovato
Fuera - Berlino
In mezzo al marasma di ritmi latini reggaeton spagna e bikini, questo qui se ne esce con un inno al proprio rincoglionimento, evocando la città tedesca ed io lo adoro.
E’ chiaro che non sarà la hit estiva, ma chi se ne frega, io non cerco ostriche ma perle.
Chiaro, bisogna stare proprio allucinati male per comporre questa roba, ma poi ne beneficia chi sta avendo nella testa tutti sti cafoni rumpatatata rumpata adelante e vaccate simili.
Quindi rincoglionimento a Berlino tutta la vita,
chiudo.
domenica 12 luglio 2020
Avere anni 20 con Nicky Nicolai e Stefano Di battista, Il pagante e Ainè.
Dopo tutta la quarantena, finalmente sono tornato al grande tennis.
E ho sfonnato tutto fratellì.
Domani faccio la risonanza…
sigla
Primi artisti di questa nuova puntata di Avere Anni 20, selezionati per la playlist canzoni emergenti italiane 2020 presente su questo stesso canale di rock targato italia sono Nicky Nicolai e Stefano di Battista
Nicolai & Di Battista - Ma perché mi inviti a cena
Jazzino estivo fresco e fatto bene.
Qualcuno potrebbe trovarlo un po’ retrò, ma invece è uno di quei pezzi senza tempo. Potrebbe essere stato fatto nel ’63 o nel 2020 e comunque conserva una bella eleganza
nicky Nicolai canta con personalità e mestiere, qui si vede che siamo di fronte a qualcuno qui la gavetta l’ha fatta tutta.
Basta infatti scorrere la sua biografia per scoprire quante ne ha fatte questa signora della musica.
stesso dicasi per Stefano Di Battista e la sua jazz quartet band.
E poi io di fronte ad un pezzo che parla di inviti a cena ed ad un certo punto fa: “perchè tu fai tutto sciapo, sciabaduidubidu…” io mi sciolgo completamente nell’estasi suprema che è propria dell’idillio dell’amore
Il Pagante - Portofino
Ultimamente negli ambienti artistici si usa la figura retorica “fa tutto il giro e torna ad essere piacevole” che è in qualche modo assimilabile all’espressione “guilty pleasure”, cioè “piacere colpevole”.
questo è quello che fa Il Pagante, quando è uscito fuori, qualche anno fa, sembrava poco più che uno scherzo di ragazzini, ma occhio a sottovalutare i cialtroni!
Piccole bands crescono ed il pagante sono già dieci anni che sono in giro, da entro in pass a pettinero, arriva questo pezzo chiaramente pensato per l’estate, che di solito sono progetti squallidi, lasciatemelo dire, ma che in questo caso ti entra in testa per la stupidera che ti trasmette.
Perle come “resti umile però in un posto fico” o appena dopo, l’inciso: “ti porto fino a Portofino”.
C’è gente che ci mette mesi a trovare la parola giusta per creare la poesia, tutti tormentati..
Meglio Il Pagante. Almeno ridi.
Ainè - Hangover
Questo è uno di quei pezzi che non posso non selezionare.
Ciò accade perché trattasi di artista che si muove in terreni quasi inediti in Italia, siamo in zona Chill. Musica relax ma mai banale, finalmente cantata in italiano e finemente sussurrata a tratti.
Uno stile con falsetto che sembra in qualche modo proibito cantare in italiano, invece eccolo qui, con anche la sofisticata scelta del parlato all’inizio e alla fine che sta benissimo col mood sonoro.
Ainè non è nuovo a questo tipo di scelte che ricordano anche quel lo-fi che impazzava durante la quarantena su youtube, quello con l’animazione della ragazza che studia ed il gatto alla finestra.
che uno se lo mette come sottofondo per studiare e poi non studia.
presente?
chiudo.
Ho sfonnato tutto, fratellí
Titolo attuale per problema reale. Sono stato un bambino sportivo e particolarmente agile. Non si direbbe, eppure è così.
A seguito di un’incidente motociclistico nel 2005 con relativo calvario di operazioni e fisioterapie varie e stop obbligati e ad una smodata passione per la birra, sono giunto nel 2020 con 25 kg in più.
Mi sono operato al ginocchio destro due volte. Una volta nel 2008 ed un’altra nel 2011. Quando ti fai davvero male al ginocchio devi stare 6 mesi fermo.
Fermo seduto, intendo. Fai fisioterapia e poco altro. In quel periodo ho aperto un blog che poi ho abbandonato ed ho preso la patente. Avevo 26 o 27 anni.
Ora ne ho 36. Appena prima della seconda operazione il chirurgo mi avvertii che non avrei potuto più giocare a calcio a livello agonistico, il mio sport preferito (non stiamo adesso a sindacare sul fatto che sia stato un buon giocatore di calcetto e calcio a 7 ma un pessimo calciatore a 11, non è questo il momento).
Non credevo, invece nel giro di
qualche tempo mi sono messo l’anima in pace.Ieri, dopo tutti i mesi di stop che il mondo ha dovuto subire, sono andato a fare due scambi con mio padre ed il figlio di un suo caro amico.
Dopo 40 minuti ho iniziato a sentire fastidio al ginocchio sinistro, mai operato. Ho pensato senza dirlo: altre due palline e basta.
È stata fatale la prima pallina.
Senza movimenti bruschi o altro, semplicemente correndo in avanti, ho sentito quello “STAC” che chi si è fatto male davvero al ginocchio, anche una sola volta, riconosce subito.
Non ho sentito male, quindi ho pensato fosse meno grave del 2005. Probabilmente non è così grave, ma è grave abbastanza da considerare l’operazione.
Il dolore si è presentato nel corso della nottata.
Non ho mai avuto grossi traumi estetici per il mio peso, ma questa circostanza mi ha spaventato. Non ho dovuto impegnarmi affatto per farmi male: è bastato pesare troppo rispetto ai movimenti che sono abituato a fare sin da piccolo.
L’attività fisica tempra, lo sport logora.
Ho preso la cosa con incredibile filosofia, semplicemente mi sono detto: stop.
A 36 anni tu sport non lo fai più.
Magari perdi peso, allora qualche corsetta ogni tanto...un Ping pong...ma finché resti così grosso (ballo tra i 90 e i 95) non puoi farlo più. Anima in pace.
Lunedì vado a fare la risonanza vediamo un po’ che ho combinato e se
Ho sfonnato tutto fratellino!!
Il periodo di stop dopo la prima operazione nel 2008 ha corrisposto con uno dei miei periodi più produttivi.
Non tutto il male vien per mannaggia mo se ne va.
lunedì 6 luglio 2020
Come rispondere alle interviste (per artisti musicali)
Questa settimana non sono riuscito a selezionare tre brani per la playlist "Canzoni emergenti italiane 2020", questo vuol dire che in questa puntata vi parlerò di un nuovo tassello della mia esperienza personale con Il Pesce parla.
Sigla
Nel terzo episodio di questa rubrica, ormai quattro mesi fa, vi ho dato qualche suggerimento su come segliere il nome del vostro progetto musicale, anche perchè vi chiederanno la genesi in tutte le eventuali interviste che farete. Le domande più inflazionate sono dunque:
Come nasce il vostro nome?
Come vi siete formati?
Che genere fate?
Progetti per il futuro?
Chiaramente non posso darvi le risposte perchè ogni gruppo ha una storia diversa, ma ora che sappiamo quali sono le domande più usuali possiamo agire di strategia.
Innanzitutto bisogna decidere CHI risponderà alle interviste, se un singolo o in due o tutto il gruppo, questo dipende dal vostro feeling e dal carattere dei componenti. C'è chi è più portato e chi meno, chi ha la battuta pronta e chi no. Chi è più serio e chi più ironico.
I giornalisti tendono ad individuare nel frontman il portavoce del gruppo, visto che è in prima linea, che spesso scrive i testi.
Se il vostro frontman è un bravissimo cantante ma non un gran chiacchierone, nessun problema. Abituate chi vi fa le domande a ricordarsi di interpellare invece il bassista, o il chitarrista. Questo non deve preoccuparvi perchè in questo modo sarete "diversi" dalla gran parte dei gruppi. Anzi! Vi distinguerà dagli altri gruppi, quindi è un segno per farsi ricordare.
Prendete the Who, o i primi Pink floyd.
Poi, cosa rispondere? Prepararsi le risposte o no? Io personalmente ho una traccia sul cosa rispondere, ma poi di volta in volta tendo ad andare a braccio. Questo perchè altrimenti ci si priverebbe di una certa spontaneità. E' bene ricordare però che se vieni intervistato da una radio (ma ultimamente questo discorso si allarga ad alcune tv e contenitori web) ci sono dei tempi, dei ritmi, da rispettare, quindi va bene la spontaineità ma non ci si può dilungare.
Sia chiaro, io parlo di artisti emergenti come lo siamo noi de Il Pesce Parla, è evidente che se una radio intervista Ligabue, questi può parlare per due ore e mezza e tutti pendono dalle sue labbra, ma vi assicuro che una volta arrivati a quel livello saprete benissimo gestire i tempi, li avrete interiorizzati con l'esperienza, quindi non sarà faticoso ascoltare le vostre eventuali lungaggini.
Prendete Morgan, uno che apre duecento parentesi, fa giochi di parole, ma è talmente capace a raccontare storie, anche su di sè, che già quello è immediatamente intrattenimento, spettacolo.
Come dicevano i latini "Repetita iuvant, sed rompère pallorum; at incipit magari iuvant, sed dopo pocus, rompère cogliomberis at omnia callara"
che significa che le ripetizioni annoiano. E' chiaro che all'inizio non vi conosce nessuno quindi quando trovate una risposta ficcante tendete a ripeterla nell'intervista successiva per ottenere lo stesso effetto, ma non c'è rischio maggiore di affezionarsi a qualcosa che ha già funzionato: si rischia la fossilizzazione.
Quindi se siete quel genere di persona che deve avere tutte le risposte studiate a tavolino imparate a memoria ed avete poca capacità di improvvisazione......(colpo di tosse)...almeno rinnovate le risposte ogni 2-3 mesi, altrimenti arrivate a settant'anni giocandovi le stesse gag di quando ne avevate 30.
CAPITTOO?
(Che poi...arrivarci a quarant'anni di carriera...)
Un'ultima cosa. Se siete seriosi, fate si che quello che vi esce dalla bocca sia molto interessante, che aggiunga qualcosa a chi vi ascolta, altrimenti giocatevela con ironia, che è sempre un ottimo biglietto da visita. Sempre che siate persone ironiche, altrimenti...(colpo di tosse)...non sforzatevi ad esserlo che otterreste la reazione contraria a quella che volete. Ed in quel caso meglio far rispondere il batterista e buttarla in caciara.
I batteristi sono ingestibili, questo è il loro bello.
chiudo.