Alla festa dell’unità dello scorso anno Bersani ha apostrofato Vannacci col termine “cog***e”, e il generale lo ha denunciato. La procura di Ravenna ha dato ragione a Vannacci e ha condannato l’altro a una multa per diffamazione aggravata. Bersani ha detto che non pagherà e anzi andrà a processo, e ha giustificato questa decisione dicendo:
"Così capiremo se il leghista può definire anormale un altro essere umano"
Non entro nel merito del discorso politico, ma linguisticamente do ragione al generale.
L’equivoco infatti è dovuto al fatto che "anormale" tecnicamente significa fuori dalla norma, dove per norma si intende ciò che vale come insieme di regole e costumi per la maggior parte delle persone. E, parlando di minoranze lgbtq, ad esempio, lo dice la parola stessa, sono in minoranza, quindi fuori norma.
Bersani invece interpreta “anormale” come lo si usa in ambito psicologico, ovvero di menomazione mentale, che quindi risulta insultante per chi non lo è, in quanto falsità.
Dopodiché se vogliamo parlare della cattiva abitudine di usare le patologie come insulti dovrei fare un video a parte.
Dunque se il generale è stato semanticamente corretto, lo stesso non si può dire dell’uomo che non sta lì a pettinare le bambole.
Al di là del fatto che la diffamazione aggravata mi risulta improbabile per chi è definito con un termine metaforico, perché non penso che Bersani immaginasse davvero il generale come una goccia di pelle con le venuzze, i peli, l’altra pelle sotto che fa tanto tacchino e tutto il resto…
Cioè che vuol dire diffamazione? Quando dici quello ha fatto questa cosa e invece non è vero, ma
Cog***e…
cog***e vuol dire testicolo, per antonomasia un organo che lavora per un altro, mentre riguardo Vannacci si può tutt'al più parlare di “cazz**e” o “pir*a”, se volete un sinonimo, cioè quell’organo per il quale lavorano tutti i cog***i, uno che avanza convintamente mettendosi in prima linea e ogni tanto esprimendo le famigerate cazz**e, appunto.
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